Qualcuno chiederà: “Ma si possono rubare i contributi pensionistici di un lavoratore pubblico?
La risposta è: “Lo Stato può farlo, eccome!” C’è una circolare dell’INPS che dice da quando avverrà questo furto legalizzato; è la Circolare numero 169 del 15-11-2017 , che stabilisce il termine dell’1/07/2019 per farsi riconoscere tutti i contributi pensionistici spettanti, fornendo all’INPS i documenti comprovanti i periodi lavorati per lo Stato e non risultanti nel proprio “estratto contributivo”.
Perciò, come prima cosa, ogni lavoratore pubblico, soprattutto se ex INPDAP, deve prendere visione del proprio estratto contributivo sul sito dell’INPS: chi è in possesso del PIN può farlo subito direttamente o richiedere il PIN e farlo successivamente. Altrimenti ci si può rivolgere ad un Patronato.
Una volta verificato se mancano contributi di periodi lavorati, bisogna cercare i documenti che comprovano di aver lavorato in quei periodi e chiedere all’INPS, direttamente o tramite Patronato, di regolarizzare la propria posizione contributiva.
Purtroppo, lo Stato, che dovrebbe rappresentare e difendere i cittadini, non solo approva leggi (vedi Legge Fornero) che innalzano continuamente l’età pensionabile, ma non gli assicura quei contributi che esso stesso gli deve versare, facendogli pagare a caro prezzo le inefficienze della pubblica amministrazione.
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