Bisogna stare molto attenti a questo spregiudicato politicante, perché è uno scaltro capo-popolo che sa come abbindolare coloro che, non avendo idee proprie, si affidano a colui che appare intraprendente e vincente: è riuscito a far credere di saper fare tutto lui, di aver fatto tutto lui, e che avrebbe fatto ancora di più e meglio se gli alleati di governo non gli avessero detto dei “no”.
Salvini ha dimostrato di perseguire soltanto il suo successo personale, e a qualsiasi costo: prima ha tradito il centro-destra per fare il governo col M5S; poi ha tradito il M5S pensando di poter governare da solo o con l’ausilio di qualche acquiescente stampella (Meloni, Berlusconi, Casa Pound), e non si è peritato di tradire gli Italiani, ai quali aveva promesso un governo stabile di 5 anni, né di intrallazzare con la Russia per far finanziare illegalmente il suo partito (che l’affare non sia andato in porto non annulla la gravissima responsabilità).
Il pretesto dell’innesco della crisi sono stati i “no” dei Pentastellati: per Salvini, chi dice “no” alle sue idee e ai suoi progetti è soltanto una “palla al piede”: questa è la sua idea di democrazia. La stessa idea di democrazia e la stessa richiesta di “pieni poteri” furono espresse da Benito Mussolini nel famoso “discorso del bivacco” tenuto alla Camera il 16 novembre 1922: parole a cui seguirono i fatti tragici e disastrosi che portarono l’Italia alla dittatura e poi alla guerra.
Non posso credere che gli Italiani di oggi possano ripetere gli errori dei propri padri e nonni, che si fecero abbagliare dall’ “uomo forte” e poi ne dovettero dolorosamente subire la politica cieca e forsennata.